aprigliano

ercole salvatore aprigliano
pittore xilografo
1892-1975
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le mostre
1964
GALLERIA D'URSO
MOSTRA PERSONALE


Questa mostra è voluta dagli amici di Ercole Salvatore Apri­gliano; più propriamente si dovrebbe dire imposta al pittore per celebrare in consapevole letizia i suoi cinquanta anni di dimesti­chezza con pennelli e tavolozze.
L'idea di questo festoso consuntivo ha vinto la congenita ritrosia dell'artista.Nel vivace battagliero cenacolo degli artisti spezzini, ritornati al luminoso loro golfo dopo la parentesi bellica del 1915-18, Aprigliano era detto « il candido ».
Le dure come le futili esperienze della guerra non avevano mutato il suo animo e tanto meno il suo modo di dipingere.
A voler più acutamente approfondire si dovrebbe ammettere come la sua spensierata serenità si fosse leggermente velata di amarezza che si rivelava nel pittore in certo suo accentuare di segni, conseguenti, probabilmente, all'incisività propria della tec­nica dello xilografo, attività nella quale Aprigliano ha confermato la sua personalità raccogliendo larghi consensi (* ).

Il suo maestro, il pittore Angelo Del Santo - formatosi alla scuola dei macchiaioli fiorentini, ma non rimasto ad essa fedele rimproverava al giovane allievo certa ingenuità nel disegno.  Più tardi un critico scrisse che Aprigliano aveva « sentito » Utrillo. Aprigliano sorrise. Probabilmente né lui, né il suo maestro, quaranta e più anni fa, avevano avuto la possibilità di vedere una sola riproduzione dei quadri del pittore parigino. Negli anni 1921-1925, La Spezia fu sicuramente tra le pale­stre più vive della pittura futurista. Fare del futurismo equivaleva ad essere esaltati nazionalmente.
Marinetti, nelle sue frequenti soste spezzine, inaugurava mo­stre e visitava gli studi dei pittori locali, i quali, nascosta l'abi­tuale produzione, gli mostravano le opere che ripetevano Prampolini, Dottori, Fillia o si richiamavano alla pittura di Boccioni, Severini, Russoli, Balla e Carrà ormai allontanatisi dal movimento futurista.
Aprigliano non fu contaminato dalla moda di quegli anni. Criticava con bonarietà le opere dei colleghi « allineatisi » e se qualche volta il suo giudizio era più vivace lo esprimeva in dialetto quasi volesse attenuarlo. Neppure i più recenti e clamorosi « allineamenti » lo hanno tentato.   Aprigliano è rimasto fedele ad Aprigliano.
Se fosse possibile allestire una sua mostra antologica, fatta naturalmente eccezione per una visibile crescente maturità pro­pria della tormentata ricerca, difficile sarebbe stabilire le date della produzione. Ma una mostra di questo genere non è facile perché pressoché impossibile il rintracciare i suoi quadri sem­pre regolarmente venduti ad una clientela che si rinnova negli anni.
Non è solo questa la ragione che spiega il perché 1e persona­li di Aprigliano si contino sulle dita, così come non è vero che il pittore disdegni il giudizio della critica, ma è la sua riluttanza ad affrontare un'attività che lo impegni diversamente che ci ha privati delle sue personali.
Esistono pittori di indubbio valore che svolgono altre atti­vità, prima fra queste quella dell'insegnamento. Aprigliano è incapace non solo a fare, ma a pensare di fare cosa diversa dal dipingere.
Questa mostra è voluta dai suoi amici che sono è chiaro estimatori della sua opera  Aprigliano ha acconsentito lusingato; ma da quel momento, incuriosito, e forse divertito, segue quanto è necessario fare per l'organizzazione della mostra, quasi fosse cosa che non lo riguar­da. Naturalmente non è così, ma la sua inesperienza in ogni attività pratica ed organizzativa lo costringe ad essere spettatore. Il pubblico che visiterà la mostra dirà il suo giudizio. Gli amici spezzini, romani, parmensi e fiorentini che l'hanno organizzata non intendono, anche perché non hanno l'autorità di farlo, di valorizzare con notazioni critiche l'opera di Apri­gliano. Hanno voluto che fossero esposte anche alcune xilografie perché sono convinti che aiuteranno a meglio capire certo ner­vosismo del disegno e certo accostamento di colori che sono, a loro avviso, sicura testimonianza di una felice trasposizione del mondo pittorico del « candido » pittore spezzino.
GLI AMICI
(*) Ettore Cozzani, fondatore dell'« Eroica » ed animatore della rinascita in Italia dell'incisione su legno, in un suo recente scritto su « La xilografia italiana è rinata alla Spezia», parlando degli xilografi contemporanei definisce Aprigliano «oggi uno dei migliori d'Italia ».
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